Con la stretta del governo Meloni i beneficiari del Reddito di cittadinanza sono quasi dimezzati. Dei quasi 1,2 milioni di nuclei familiari beneficiari del sussidio, circa 400.000 (il 33,6%) perderanno il beneficio: saranno infatti esclusi dall’assegno di inclusione , la nuova misura di sostegno alla povertà e di inclusione lavorativa introdotta con il decreto Lavoro, perché al loro interno non sono presenti soggetti tutelati (un minore, un over 65 o un disabile).
E’ la previsione dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) contenuta nel “Rapporto sulla politica di bilancio” presentato al Senato.
400mila beneficiari perderanno il Rdc
Secondo il rapporto dell’Upb sulla politica di Bilancio, dei quasi 1,2 milioni di nuclei beneficiari di Rdc nel periodo 2020-22 circa 400.000 (il 33,6 per cento) sono esclusi dall’assegno di inclusione perché al loro interno non sono presenti soggetti tutelati. D
ei restanti circa 790.000 nuclei in cui sono presenti soggetti tutelati, circa 97.000 (poco più del 12 per cento) risulterebbero comunque esclusi dalla fruizione dell’AdI per effetto dei vincoli di natura economica.
Nel complesso, i nuclei beneficiari dell’assegno di inclusione risulterebbero circa 740.000, di cui 690.000 già beneficiari di RdC e 50.000 nuovi beneficiari per via della modifica del vincolo di residenza in Italia che passa da 10 a 5 anni. Oltre il 40% di coloro che hanno percepito il Reddito di cittadinanza, quindi, sarà fuori dai nuovi sussidi.
Le risorse
Considerando anche le maggiori risorse derivanti dalla piena compatibilità tra assegno di inclusione e assegno unico, ai nuclei precedentemente titolari del RdC che riceveranno l’AdI andranno complessivamente risorse pari a 6,1 miliardi, con un aumento dei benefici di circa 190 milioni, mentre i nuclei precedentemente titolari di Rdc esclusi dall’AdI perderebbero 2,7 miliardi.
La decisione del governo di consentire a chi già beneficia dell’assegno di inclusione di percepire interamente anche dell’assegno unico – e non parzialmente come in precedenza – permetterà alle famiglie con figli minori di tre anni di aumentare il proprio reddito mensile di 124 euro. Mentre per i nuclei con anziani a carico, le cose non dovrebbero cambiare di molto, almeno facendo una media generale come fa l’Upb. Quello che prendevano prima con l’Rdc continueranno a percepirlo con l’AdI.
Chi avrà dei vantaggi
Il grosso delle famiglie che non potranno più accedere ad alcun beneficio in assenza di lavoro – in media circa 535 euro mensili – ora dovrà trovarsi un’occupazione.
Chi trarrà vantaggio dalla riforma sono le famiglie con disabili, con un aumento medio del beneficio di 64 euro mensili.
I nuclei con minori (non disabili), che sono quelli maggiormente interessati dalla modifica del calcolo dell’importo base dell’AdI, per poco più della metà incrementano il beneficio complessivo (+124 euro medi mensili) e i restanti ricevono assegni inferiori (il 33,7%, perdendo circa 140 euro) o non ne ricevono affatto (il 13,7%, perdendo circa 194 euro mensili). Mediamente il beneficio è sostanzialmente stabile (-9 euro medi mensili).