I lavoratori fragili potranno lavorare in smart working, sia nel pubblico che nel privato, fino al 31 marzo. Approvata anche la nuova stretta sul Reddito di cittadinanza. Non dovrà più essere “congrua” la prima offerta che – rifiutata – fa perdere il diritto al sostegno: sono alcune delle ultime novità della prima manovra targata Meloni, la cui strada è tutta in salita: la maggioranza non fa in tempo a festeggiare la chiusura, condita da ritardi e polemiche, della sua prima legge di bilancio in commissione che il testo già deve tornare indietro.

Manovra, “errore” da 450 milioni

C’è un buco, rilevato dagli uffici, causato da un emendamento approvato nella notte che puntava a dare ossigeno ai conti dei Comuni che però risulta senza copertura. Approvato per errore dicono tutti. Un errore da quasi mezzo miliardo che, peraltro, farà rallentare ancora – di poco assicurano dalla maggioranza – il primo ok dell’Aula di Montecitorio, già slittato di fatto alla Vigilia di Natale. La norma è quella che stanzia 450 milioni per i Comuni. L’intoppo prolungherebbe almeno di qualche ora l’esame in Aula alla Camera, al via oggi alle 8. Varie fonti parlamentari danno per scontato questo epilogo per problemi di coperture, ma si attende che gli uffici completino l’esame.

 

Smart working per i fragili

I lavoratori fragili potranno lavorare in smart working, sia nel pubblico che nel privato, fino al 31 marzo, anche esercitando – se necessario – un’altra mansione: l’emendamento non cita invece i genitori di figli under14. Il datore di lavoro, si legge, assicura lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile “anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento”.

Tra le norme che hanno avuto il via libera c’è la proroga al 31 dicembre per il 110%, mentre è stata soppressa la norma sul tetto di 60 euro per il pagamento con Pos. Tornano quindi le multe ai commercianti che rifiutano di accettare pagamenti con carte e bancomat. Per trovare soluzioni per mitigare i costi delle transazioni elettroniche fino a 30 euro a carico degli esercenti arriva un tavolo permanente tra le categorie interessate. Ma qualora non arrivi ad un “livello dei costi equo e trasparente” scatta per i prestatori dei servizi di pagamenti e le banche un “contributo straordinario” destinato a misure per contenere l’incidenza dei costi a carico degli esercenti. E’ l’intervento previsto da un emendamento bipartisan alla manovra approvato in commissione Bilancio alla Camera e introdotto in manovra come ‘ristoro’ per l’eliminazione della norma sul pos.

Rdc, arriva nuova stretta

Approvata anche la nuova stretta sul Reddito di cittadinanza. Non dovrà più essere “congrua” la prima offerta che – rifiutata – fa perdere il diritto al sostegno. Slitta di due mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo, lo stralcio automatico delle cartelle fino a mille euro relative al periodo 2000-2015. Vengono invece prorogati, fino al 30 giugno 2023, tavolini all’aperto e dehors liberi. Ok al bonus Iva al 50% per l’acquisto di ‘case green’ e al fondo per i collegamenti aerei per Sardegna e Sicilia.

Pensioni minime a 600 euro nel 2023 per gli over 75. Approvato nella notte l’emendamento del governo alla manovra che porta dall’1,5% al 6,4% – esclusivamente per questa fascia di età – l’incremento previsto nel testo varato dal Consiglio dei ministri. Questo aumento va sommato all’adeguamento all’inflazione, già fissato al 7,3% per il 2023, che per le minime Inps (525,38 euro mensili) è pieno. Nel 2024, come previsto nel testo base, resta del 2,4% l’incremento delle pensioni minime per tutte le soglie anagrafiche.

Spunta il Reddito alimentare

Parte la sperimentazione nelle città metropolitane del ‘reddito alimentare’ da destinare a chi è in povertà assoluta: lo prevede un emendamento del Pd alla manovra approvato nella notte. Con un fondo da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 saranno distribuiti pacchi realizzati con i prodotti invenduti della distribuzione alimentare “da prenotare mediante un’applicazione e ritirare presso uno dei centri di distribuzione ovvero ricevere nel caso di categorie fragili”. In un decreto del ministero del Lavoro, da emanare entro 60 giorni, verranno definiti le modalità attuative, la platea e il coinvolgimento del terzo settore.