Fino al decreto lavoro approvato lo scorso Primo Maggio, circa un milione e duecentomila famiglie italiane beneficiavano del Reddito di cittadinanza. Tuttavia, con la riforma voluta da Giorgia Meloni, il 42% di questi nuclei vedrà il taglio dell’assegno di cittadinanza. A conti fatti, circa mezzo milione di famiglie perderà questo sostegno economico. Questi sono i dati elaborati dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), l’organismo incaricato di vigilare sulla finanza pubblica. Le nuove regole prevedono che solo i nuclei familiari con minori, anziani (ultrasessantenni) o disabili potranno accedere al nuovo Assegno d’inclusione (AdI), escludendo così molte famiglie che non soddisfano questi requisiti.

Secondo le simulazioni dell’Upb, le famiglie con disabili risultano addirittura “vincitrici” dalla riforma, poiché otterranno un aumento medio mensile di circa 64 euro grazie al nuovo assegno. Sebbene il governo abbia cercato di ridurre le spese per il Reddito di cittadinanza, è innegabile che la diminuzione dei beneficiari sia iniziata già nel luglio 2021, quando erano presenti un milione e mezzo di famiglie beneficiarie. Tuttavia, l’analisi dell’Upb rivela che l’integrazione tra il sussidio e le politiche attive del lavoro, stava iniziando a dare risultati positivi, con oltre il 30% dei beneficiari che aveva avviato un rapporto di lavoro durante la fruizione della misura.

Nonostante questi miglioramenti, la riforma Meloni ha portato a una drastica riduzione dei beneficiari del Reddito di cittadinanza. Tutti coloro tra i 18 e i 59 anni non disabili e non impegnati nella cura di persone incapaci di lavorare, dovranno dire addio al beneficio. Sebbene sia stato introdotto il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) come sostegno condizionato alla partecipazione a progetti di formazione e orientamento al lavoro, è evidente che vi sarà un notevole ridimensionamento dei beneficiari. Secondo l’Upb, lo Stato risparmierà 2,7 miliardi di euro grazie a questa misura.

Nonostante il risparmio, la spesa complessiva per l’Assegno di Inclusione e l’Assegno Unico rimarrà elevata, pari a 6,1 miliardi l’anno. La decisione del governo di consentire ai beneficiari dell’Assegno di Inclusione di percepire interamente anche l’Assegno Unico porterà un aumento del reddito mensile di 124 euro per le famiglie con figli minori di tre anni. Per i nuclei con anziani a carico, le cose non cambieranno molto, almeno secondo le stime dell’Upb.

La riforma Meloni ha suscitato dibattiti e controversie sul suo impatto sociale ed economico. Mentre da un lato si riconosce che il sistema del Reddito di cittadinanza necessitava di miglioramenti e di un maggior coordinamento con le politiche attive del lavoro, dall’altro si sollevano preoccupazioni per il numero significativo di famiglie che perderanno il sostegno economico, senza avere alternative concrete.

È importante considerare che il Reddito di cittadinanza non è solo un’assistenza economica, ma dovrebbe essere parte di un approccio più ampio per combattere la povertà e promuovere l’inclusione sociale. È necessario garantire che le politiche di sostegno sociale siano accompagnate da misure efficaci di formazione, orientamento e creazione di opportunità di lavoro, al fine di favorire l’autonomia economica dei cittadini e sostenere un reale percorso di inclusione.

La riforma Meloni introduce il concetto di Supporto per la formazione e il lavoro, il quale mira a incentivare la partecipazione dei beneficiari a programmi di formazione e inserimento lavorativo. Tuttavia, è fondamentale che questi programmi siano adeguatamente strutturati, accessibili e offrano opportunità concrete di crescita professionale per garantire una transizione efficace verso l’autosufficienza economica.

Il taglio al reddito di cittadinanza, se da un lato può rappresentare un risparmio di risorse per lo Stato, dall’altro solleva interrogativi sulle conseguenze sociali per le famiglie che dipendevano da tale sostegno per soddisfare i bisogni di base. È necessario adottare un approccio equilibrato che garantisca una copertura adeguata per coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità, valutando attentamente le condizioni socio-economiche individuali e fornendo opportunità di integrazione e crescita a lungo termine.

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