Il centrodestra ha presentato un emendamento al Dl Aiuti per stringere le maglie del reddito di cittadinanza con lo scopo, almeno nelle intenzioni presentate dai firmatari, di risolvere il problema della carenza di manodopera, soprattutto nei settore turistico e ricettivo. In particolare, se dovesse essere approvato anche il rifiuto di un’offerta congrua a chiamata diretta da un datore di lavoro privato rientrerebbe nel calcolo dei rifiuti che possono costare la perdita del beneficio.

Offerte di lavoro

Le offerte congrue possono essere proposte “direttamente dai datori di lavoro privati” ai beneficiari che firmano il Patto per il lavoro (in cui è previsto l’obbligo di accettarne almeno una di tre). Il datore di lavoro privato comunica quindi il rifiuto al centro per l’impiego ai fini della decadenza.

Il ruolo del Ministro del Lavoro

La modifica è frutto di emendamenti identici riformulati presentati anche da Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), Riccardo Zucconi (FdI), Rebecca Frassini (Lega), Paolo Zangrillo (FI), da Lucia Scanu e Manuela Gagliardi (Misto). Un emendamento quasi identico era stato presentato da Marialuisa Faro, passata nel frattempo da M5s a Ipf, che lo ha ritirato. Il Pd ha votato a favore, allineandosi al parere del governo. La norma prevede inoltre che il ministro del Lavoro debba definire con decreto le modalità di comunicazione e di verifica della mancata accettazione dell’offerta congrua.

Aumentano le richieste al Sud

In base a quanto rilevato dall’Inps il trend delle domande presentate per ottenere il reddito di cittadinanza nei primi mesi di quest’anno risulta in crescita nel Mezzogiorno: le richieste provenienti da nuclei familiari residenti al Sud e nelle Isole, in tutto circa 466mila tra gennaio e maggio, risultano in aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Al contrario, le richieste presentate al Nord e al Centro risultano in flessione rispettivamente del 19% e del 5,8%, in netta discesa dopo il picco innescato dalla pandemia.