Com’è ormai noto, il governo Meloni ha deciso di dire addio al Reddito di Cittadinanza, che verrà del tutto trasformato. Manca ormai poco al netto cambio di rotta, che porterà all’introduzione dei già annunciati Reddito di inclusione e Supporto per la formazione e il lavoro. Nel primo caso uno strumento di supporto per le famiglie con minori, over 60, persone con disabilità e Isee inferiore a 9.360 euro. Nel secondo invece, i destinatari saranno i soggetti con età compresa tra i 18 e i 59 anni, con ISEE inferiore a 6.000 euro.

Le nuove normative porteranno all’esclusione di alcuni nuclei famigliari e, nella maggior parte dei casi, a un netto abbassamento della quota economica ricevuta. Alcune Regioni stanno però valutando delle alternative attive entro i propri confini, miranti a garantire uno strumento di tutela che possa consentire alle famiglie più deboli di continuare ad avere un sostegno contro il rischio povertà.

Toscana: alternativa al Reddito di Cittadinanza

La posizione della Regione Toscana è stata espressa in maniera molto netta da Serena Spinelli, assessora alle politiche sociali. Sottolineando come il governo Meloni intenda proseguire la lotta ai poveri e non alla povertà, ha evidenziato come siano stati presentati alcuni emendamenti tecnici.

Una mossa che mira a evitare le più evidenti criticità del provvedimento, sottolinea Spinelli, che spera in un’approvazione piena, valutando come già a partire da luglio 2023 la Toscana farà fronte a circa 4mila soggetti privati del sostegno. Un numero destinato ad aumentare drasticamente nel 2024, stando alle stime Irpet, fino a superare quota 26mila beneficiari in meno.

Cos’è il Mir: Misura Integrativa Regionale

In Campania si parla del Mir, ovvero Misura Integrativa Regionale. Si tratta di una proposta avanzata alla Regione, al fine di istituire un nuovo contributo economico per le famiglie in gravi difficoltà, che rasentano la povertà.

Si richiede di agire in maniera preventiva, agendo in funzione del taglio al Reddito di Cittadinanza da tempo annunciato. Si tratta di una petizione popolare a carattere regionale, presentata al presidente del consiglio regionale della Campania.

Una proposta che rientra nella campagna di carattere nazionale Ci vuole un reddito. Nel documento si sottolinea come le precarie condizioni finanziarie di una consistente fetta dei cittadini campani abbia portato alla percezione del RdC da parte di 626.914 soggetti, il che equivale all’11,15% della popolazione complessiva campana.

Tutto ciò, tenendo conto del Piano per la lotta alla Povertà 2021-23 e del Piano Sociale 2022-24, che offrono supporto anche in funzione del “quadro di crisi temporaneo”. Interventi, però, a breve termine, ai quali si contrappone il seguente pensiero: “Il perdurare della crisi internazionale, la cui fine non è ipotizzabile a breve termine, avrà conseguenze che si avvertiranno anche dopo l’eventuale conclusione della stessa. Ciò rende necessario un potenziamento delle misure sociali già intraprese dalla Regione”.

Roma in aiuto delle famiglie povere

All’elenco delle Regioni pronte a intervenire, come dimostrano le proposte formulate (Puglia, Emilia Romagna, ndr), si aggiunge il Comune di Roma. La Capitale si sta muovendo per non ignorare le conseguenze dei tagli voluti dal governo Meloni.

Ad oggi sono stati approvati tre bandi da parte della giunta romana, ottenendo un finanziamento pari a 240mila euro, a copertura dei mesi maggio-dicembre 2023. Aiuti economici da destinare in varia misura a chi percepiva il RdC. Il tutto suddiviso tra tre differenti cooperative, il cui scopo è quello di garantire assistenza tramite i seguenti progetti: OrientaMente, Ti aiuto io e Costruire percorsi.