Il governo ha annunciato la fine del Reddito di Cittadinanza, che verrà sostituito da politiche attive di lavoro più efficaci per le esigenze del mercato. Secondo la Legge Finanziaria del 2023, i beneficiari del reddito dovranno essere coinvolti in attività di aggiornamento o riqualificazione formative obbligatorie.

Come cambia il reddito di cittadinanza nel 2023

Il Governo sta preparando l’uscita progressiva del reddito di cittadinanza, che avverrà nell’estate del 2023. Il nuovo strumento che sostituirà il reddito di cittadinanza si baserà su politiche attive e di accompagnamento al lavoro che risponderanno alle esigenze del mercato. Secondo i dati, ci sono circa 198.000 percettori di reddito di cittadinanza che hanno aderito al Programma Garanzia Occupazione Lavoro (GOL), il che rappresenta circa i due terzi dei percettori convocati. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso noto che la Legge Finanziaria per il 2023 prevede l’obbligo di coinvolgimento dei beneficiari del reddito in iniziative di aggiornamento o di riqualificazione formative.

Il Ministero sta estendendo l’attività obbligatoria prevista per i percettori di reddito di cittadinanza a tutti gli interventi di inclusione lavorativa e di rafforzamento dell’occupabilità stabiliti dalla legge. Inoltre, sta lavorando in un tavolo di monitoraggio e valutazione con le Regioni per raggiungere il target previsto dal PNRR, dando la prevalenza ai beneficiari del reddito di cittadinanza nella presa in carico e nell’avvio a formazione o a percorsi di occupabilità.

Chi percepisce il reddito di cittadinanza dovrà essere avviato al lavoro

L’obiettivo del nuovo strumento è quello di andare incontro alle esigenze delle aziende e allo stesso tempo di rendere impiegabili al massimo i lavoratori. Il bollettino Excelsior stima che per il mese di febbraio ci siano 178.000 lavoratori di difficile reperimento. Il nuovo strumento avrà quattro elementi cardine.

  • In primo luogo, ci sarà una profilazione più coerente per indirizzare i soggetti alle politiche attive, anche utilizzando nuovi strumenti digitali.
  • In secondo luogo, chi entra nel perimetro della misura avrà l’obbligo di partecipare a queste politiche attive.
  • In terzo luogo, si rafforzeranno le politiche attive che si baseranno su formazione, sostegno nei percorsi di autoimpiego/lavoro autonomo e incentivi all’occupazione per velocizzare l’ingresso nel mondo del lavoro.
  • Infine, il nuovo strumento sarà anche una misura di “ultima istanza” per chi è in condizione di estrema fragilità e dovrà essere preso in carico dai servizi sociali dei Comuni.

La Legge Finanziaria per il 2023, in sintesi, prevede che ci saranno sette mesi di sussidio che devono essere spalmati nel 2023, quindi sarà un’uscita progressiva del reddito di cittadinanza. Inoltre, la Legge Finanziaria prevede che i percettori di reddito di cittadinanza dovranno essere tutti coinvolti in attività lavorative, di aggiornamento o di riqualificazione formative.

Il costo totale del reddito di cittadinanza fino ad ora

Il reddito di cittadinanza, introdotto dal governo giallo-verde nel 2019, ha avuto un costo di circa 8 miliardi di euro nel 2022, in calo rispetto all’anno precedente quando aveva raggiunto gli 8,3 miliardi di euro. Tuttavia, con l’uscita degli occupabili dal sussidio prevista per l’estate di quest’anno, si stima che la spesa per la misura sarà di circa 6 miliardi di euro. Nel mese di dicembre, gli assegni per i beneficiari del reddito di cittadinanza hanno raggiunto i 606 milioni di euro. Nel luglio del 2021, il reddito di cittadinanza ha raggiunto il picco di spesa per la misura, con un costo di 731 milioni di euro.